Gli spazi flessibili dell’ufficio fanno la differenza sotto molteplici punti di vista. L’approccio al mondo del lavoro si evolve e, con esso, i luoghi destinati ad accorglierlo. L’ibridazione funzionale degli ambienti, da univocamente identificati a polivalenti costituisce un beneficio trasversale che interessa tutti i livelli dell’azienda.
Un lavoro che cambia
Telelavoro, part-time e smart-working sono modalità di lavoro accettate e riconosciute dalla maggior parte delle compagnie. E se i marchi più brillanti acconsentono ad una gestione autonoma degli impegni da parte dei lavoratori, spesso, i luoghi fisici in cui le società operano non manifestano altrettanta modernità.
Fino a poco tempo fa, il layout minimo per l’HQ di un brand di livello prevedeva un numero finito di uffici, sale riunioni, sale conferenze, bar, mensa per il personale e così via… Ovvero un impegno importante in termini di aree e volumi. Oggi l’attenzione nei confronti delle risorse umane è più alta rispetto al passato e la dotazione minima dei servizi si è addirittura ampliata.

Gli spazi flessibili dell’ufficio sono la risposta per le città europee
Le multinazionali che muovono il mondo sono riconosciute per la cura che dedicano alle risorse umane e per l’elevata qualità ambientale garantita nelle diverse sedi, con un’offerta di benefit da far invidia al Mandarin Hotel. Basti pensare a Google o Apple, che, in America, occupano con le loro sedi, decine di ettari di suolo.
Ma il vecchio continente è un’altra storia e i giganti, quando attraversano l’Oceano, devono riconsiderare la propria strategia. Niente più vallate sconfinate ma centri urbani finiti. Le città sono i luoghi in cui essere presenti, cuori pulsanti, i nodi delle potenti reti di interscambio economico, culturale e sociale d’Europa.
Londra, Parigi, Milano: il tessuto urbano è saturo e le metrature limitate. È allora che bisogna massimizzare l’apporto delle risorse disponibili, concentrando i servizi in aree dal layout flessibile, e raggruppando le funzioni che non richiedono una localizzazione permanente.
A parità di superficie, si possono implementare le attrezzature e prevedere nuove attività, oppure, rinunciare a volumetrie superflue senza perdere in dotazioni. In una parola: ottimizzare, affrontando anche un tema di sostenibilità, essendo lo spazio un bene limitato.


Un esempio realizzato
Le società che si occupano di tecnologie digitali sono tra le più aperte al cambiamento. Docomo Digital, filiale europea del gruppo Nipponico Ntt Docomo, leader di classe mondiale in ambito di M-Commerce, ha una sede da ristrutturare in centro a Milano. Cristiana Vannini progetta il recupero dell’immobile storico e rivaluta alcuni ambienti accessori per creare delle sale polifunzionali.
Al piano rialzato, disegna uno spazio svincolato dal resto degli uffici, che focalizza l’attenzione sui bisogni dei dipendenti e sulle necessità funzionali dell’azienda. Ma che anche rappresenti l’interfaccia dell’azienda verso la città e la celebrazione di un legame che con essa si è creato.
Il linguaggio estetico rispetta le eleganti forme del passato, abbinandole alle linee della contemporaneità; sono conservati i serramenti originali ed il parquet viene accostato ad un pavimento tecnico anti usura il cui decoro fuori scala ricrea un’atmosfera domestica ed accogliente. Gli arredi componibili su ruote garantiscono la versatilità degli ambienti, le armadiature e la boiserie realizzata su disegno accolgono le apparecchiature a scomparsa.

Da una parte l’accoglienza e dall’altra una sala riconfigurabile. Quest’ultima dedicata a decine di attività eterogenee: riunioni informali, caffetteria, momenti di socializzazione, presentazioni e piccoli convegni. Sulla base di una efficiente schedulazione, ognuno riesce ad avere il proprio spazio, senza sprechi.



Interior contractor ZeroT.
Made in Italy
Arredi e complementi
Divano: spHaus
Pavimenti
Sala: 14oraitaliana
Foto Saverio Lombardi Vallauri. La gallery completa su cristianavannini.it
No Comments