Una vita diversa: nuovi scenari per lo smart working

Posted: 03/09/2020 by designfanzine

Durante il lockdown abbiamo sognato una vita diversa; in particolare chi vive nelle grandi città. Perché se è vero che la metropoli è il luogo dei servizi e delle opportunità è anche vero che queste soffrono la carenza di spazio fisico, che limita inevitabilmente la libertà personale.

In fondo, dallo scoppio della pandemia, abbiamo riscoperto il valore delle cose semplici e avvertito la mancanza di beni essenziali: farina, lievito e case comode e confortevoli, con una vista gradevole, un’esposizione luminosa, un terrazzo o un giardino.

Vista da San Nicola dell’Alto (KR)
Cropani (CZ)

Ritorno alle origini

Con le aziende che operano in smart working, molti dipendenti hanno lasciato le città per recarsi dalla famiglie nelle regioni di origine, nelle seconde case, al mare o in montagna. Mantenendo i medesimi obiettivi sul lavoro, hanno cambiato lo scenario di riferimento: dalla Torre di CityLife, al borgo millenario dell’Aspromonte. Tutto vale, purché ci sia una connessione internet veloce.

Allora si è adottato uno stile di vita più semplice, disteso e appagante tipico dei piccoli centri e che, in alcuni casi ha già rimesso in moto micro economie locali, in areee notoriamente depresse. Non è solo questione di tempo guadagnato, ma di miglioramento complessivo della qualità della vita.

Le vacanze in Italia hanno permesso di riscoprire il fascino del Bel Paese, lo smart working ci ha mostrato che certi luoghi esistono anche nei giorni feriali. Iniziamo a sentire il bisogno di riconnetterci alla terra ed a riconoscere il valore delle nostre origini.

Bova (RC)

Le case ad 1€

Negli ultimi due secoli abbiamo prodotto una quantità di rifiuti che non siamo in grado di gestire e la situazione è destinata a peggiorare. Siamo arrivati a scartare intere città e paesi, perché incapaci di offrire lavoro e occasioni di sviluppo, senza interrogarci sulle loro caratteristiche e sulle risorse realmente disponibili, in una visione di economia circolare.

E così, le aree interne sono state abbandonate a beneficio delle coste, i piccoli centri a vantaggio delle città ed il Sud Italia alla volta del Nord. Poco a poco un patrimonio immobiliare ricchissimo e meraviglioso rischia di scomparire sotto il peso dell’incuria e dell’abbandono. Eppure molte persone non hanno una casa, diversi giovani e famiglie faticano ad accendere un mutuo, nonostante tutto il costruito sia già pronto e disponibile, senza bisogno di consumare altro suolo.

Col lavoro più libero e flessibile, forse le cose cambieranno, o almeno comprenderemo che non è tutto perduto. I borghi possono davvero diventare i luoghi delle nuove opportunità.

Gli amministratori locali tentano di arginare lo spopolamento dei piccoli comuni mettendo in atto proposte interessanti, dalle case ad 1€ ad un piccolo reddito mensile per chi si trasferisce, proponendo uno stile di vita alternativo ed un futuro morbido e sostenibile per tutti.

Stilo (RC)

Leggi l’articolo sul recupero di un casale in Toscana.

Connessi al punto giusto

Qualcuno potrebbe dire che i borghi sono desolati, ma ogni luogo vive un tipo di isolamento diverso. L’isolamento fisico da un lato è forse meno duro di quello relazionale che affligge le grandi città.

Il tema è trovare modelli di sviluppo sostenibili e differenziati per queste aree speciali, che permettano a chi si insedia di rimanere, investendo sulle risorse disponibili, e a chi trascorre solo un periodo di tempo, di essere facilmente connesso, grazie ad infrastrutture fisiche e digitali adeguate.

Nei borghi italiani si vive un legame diretto con la natura perché architettura e paesaggio si fondono; il senso di armonia, pace e raccoglimento è percepibile. I costruttori possedevano, inconsapevolmente, una conoscenza territoriale ed ambientale molto più profonda, spontanea e pragmatica della nostra.

La città è il luogo degli stimoli che esaltano e suggeriscono nuove idee. Il borgo è custode del silenzio e della riflessione. Il borgo e la città, dovrebbero essere realtà complementari, non concorrenti.

Pentedattilo, Melito Porto Salvo (RC)

Una falsa partenza

Nell’ultimo periodo siamo bombardati da spot pubblicitari che promuovono “la ripartenza”, come se, nonostante tutto, l’importante sia muoversi. Per andare dove? A volte per guardare avanti basterebbe fare un passo indietro e concentrarsi sulle cose davvero importanti.

Forse lasciare la città non ha mai avuto così senso, per combattere il virus della smaniosa frenesia del mondo.

Scilla (RC)

In copertina il borgo di Badolato (CZ).

Foto di Giuseppe Lazzaro.

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