“Alda Merini e Alberto Casiraghy. Storia di un’amicizia” è il titolo di una mostra commovente. Nella straordinaria cornice di Casa Boschi Di Stefano, si espongono i frutti di una connessione magica: quella tra la somma poetessa meneghina, a dieci a anni dalla sua scomparsa, ed il genio creativo del tipografo editore brianzolo, Alberto Casiraghy.
Aggirandosi tra le sale allestite, si torna a guardare il mondo con stupore e meraviglia. I pulcini toccano punti profondi e sepolti della nostra coscienza, senza bisogno di effetti speciali.
Una connessione magica
L’amicizia tra Alda Merini e Alberto Casiraghy nasce nel 1992 e durerà fino al 2009, anno della morte di Alda. La pioggia di pensieri brillanti confluisce in una raccolta di pubblicazioni bellissime, edite in numero limitato dalla Pulcinoelefante. Una collezione di quasi 1200 esemplari, composti da pochi fogli tenuti insieme dal talento artistico di Alberto e dalla potenza espressiva di Alda Merini.
Pare che lei telefonasse ogni giorno per dettare aforismi, poesie e pensieri tempestosi. Lui prendeva nota delle parole per custodirle in originali libriccini stampati a mano, delicati e meravigliosi, all’altezza di contenuti tanto sinceri e profondi. Il risultato è un’opera grafica che trionfa per la spontanea genialità e la candida innocenza, finalmente sotto gli occhi di tutti.
Alda Merini e Alberto Casiraghy hanno prodotto più di un volumetto alla settimana in cui parole e segni vivono di un rapporto indissolubile: un tenero e folle gioco che vale oggi un tesoro.

La mostra
“Alda Merini e Alberto Casiraghy. Storia di un’amicizia” si inserisce nel ciclo delle celebrazioni organizzate a Milano, a dieci anni dalla scomparsa della poetessa. Andrea Tomasetig, curatore della mostra, propone una selezione dell’archivio originale ed organizza sei sezioni tematiche: Poesie, Aforismi, Alda e Alberto, Il mondo di Alda, Amici artisti e Cimeli.
Oltre ai Pulcini (così Casiraghy definisce i suoi libriccini) sono esposti documenti, fotografie ed oggetti evocativi: tanto più in contrasto con la grazia dei volumetti, quanto più caratterizzanti di un legame autentico ed informale. La mostra, composta da oltre cento pezzi, arriva dritta al punto ed è, in estrema sintesi, un tributo speciale ad un’amicizia fuori dagli schemi.
Le edizioni Pulcinoelefante tornano a Casa Boschi Di Stefano per la seconda volta e sono visitabili gratuitamente fino al 10 novembre, grazie all’azione volontaria del Touring Club Italiano.

L’allestimento
La bellezza di Casa Boschi Di Stefano necessita di attenzione ed ogni intervento dev’essere effettuato con mano leggera; Cristiana Vannini progetta un allestimento delicato, rispettoso del carattere del museo e della natura dell’esposizione.
Al secondo piano i Pulcini sono presentati tra i capolavori del Novecento italiano, ed, in un certo senso, entrano di diritto a farne parte. Sono distesi sui tavoli che identificano le diverse sezioni; ci si avvicina e si gira intorno per cambiare prospettiva compatibilmente con la natura multiverso delle illustrazioni.
L’energia delle poesie, dei disegni e delle nuances, è mantenuta da sottili spaghi colorati, quasi ad impedire a pensieri e parole di volare via. I piani sono allestiti secondo un preciso “disordine estetico” e l’orizzonte del mare di volumetti è interrotto, di tanto in tanto, da un’emergenza formale: un cimelio come un accento, souvenir di un istante di vita condivisa.
Nella sala dei Fontana è esposta la prima lettera di Alda Merini ad Alberto. I fogli sono distesi sul tavolo dodecagonale, come appena scartati ed in attesa di essere letti.
Una mostra senza additivi; pochi semplici ingredienti, già tutti presenti nelle esili creature di carta. I fili sono un’estensione ideale della rilegatura dei libriccini, la base dei piani è realizzata con i pregiati fogli di hahnemuhle tedesca, i colori delle didascalie sono ispirati alle tinte preferite del Casiraghy. Lo stesso Alberto è stato coinvolto nella realizzazione degli apparati grafici; la locandina è un esemplare unico.



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