Fassamano design process: dall’idea all’impresa

Posted: 04/04/2019 by designfanzine

Il concetto di design process è associato al mondo della creatività tanto quanto alle aziende. Più in generale, si tratta di un approccio strategico alla risoluzione di un grande problema, che viene “smantellato” in situazioni gestibili. Sempre più imprese inseriscono nella propria struttura architetti o designer nel ruolo di art director, proprio perché questo metodo fa parte del dna di un progettista.

Cristiana Vannini è designer e art director di Fassamaneria srl. Il Fassamano è un oggetto utile, ancora prima che un pezzo di design o un accessorio di moda. Nasce da una necessità comune per evolversi in una realtà imprenditoriale dal respiro internazionale.

Per trasformare un’idea in qualcosa di concreto è importante avere un piano, una visione chiara ed un obiettivo. Bisogna tutelare l’essenza dell’intuizione iniziale, senza mai perdere i contatti con la realtà: il design di qualità non è mai fine a se stesso.

Ancora più importante, si deve procedere per gradi secondo i buoni principi del design process: dalla ricerca dell’opportunità inziale alla definizione delle prospettive future, passando per analisi di mercato, brainstorming, realizzazione e raccolta dei feedback, in un processo ciclico e sempre in evoluzione.

La ricerca dell’opportunità

Ogni azione ha senso solo se si parte dalla possibilità di soddisfare un bisogno reale e al tempo stesso si riesce a colmare un vuoto nel segmento di mercato: i due presupposti sono imprescindibili.

L’idea del Fassamano nasce ad una cena tra amici, nel momento in cui le scritte del menu appaiono ideogrammi anche se il ristorante è italiano. Si concretizza quando ci si rende conto che il mercato offre risposte a questo problema non del tutto esaurienti.

Esistono gli occhiali da vista “occasionali”, quelli perfetti per sentirsi un dinosauro, da estrarre dal taschino o cercare in borsa ad ogni nuova notifica sul cellulare: un gesto complicato e di certo poco giovanile.

Allora perché non realizzare un oggetto smart, che si indossa in modo diverso, completamente dedicato alle “letture istantanee”? Detto, fatto (quasi).

Guardare alle cose usuali con occhio inusuale

Vico Magistretti

Le indagini di mercato

All’intuizione va accostata una buona dose di analisi, per verificare la reale fattibilità del progetto, perché un conto è innamorarsi di un’idea, un’altra cosa è fondare un brand e lanciarsi in una nuova impresa.

Nel quotidiano siamo bombardati da centinaia di informazioni lampo che illuminano schermi dalle dimensioni ridotte. Oltre i 45 anni anni il cristallino perde elasticità e si avverte una leggera difficoltà nel mettere a fuoco da vicino: questa condizione fisiologica si chiama presbiopia.

In Italia sono 20 milioni le persone che hanno bisogno di un occhiale da lettura ravvicinata; il problema è diffuso anche tra i giovani, molto più di quanto ci si possa aspettare. Una buona fetta di mercato insomma…

Brainstorming

È importante saper ascoltare; cercare dei partners, fare squadra e confrontarsi con professionalità diverse. Dagli incontri possono emergere punti di vista inediti che rimettono in discussione tutto; anche questo fa parte del design process. I grandi oggetti che hanno scritto la storia del design sono sempre stati il frutto di lavoro strategico e di maestranze assolutamente eterogenee e straordinariamente complementari.

D’altro canto, spiega Cristiana Vannini, non bisogna lasciarsi condizionare ma restare fedeli all’idea originale, arricchirla e migliorarla senza stravolgerla: mantenere sempre a fuoco l’obiettivo. Il successo del brand dipende da moltissimi fattori e richiede la perfetta sinergia di settori differenti: marketing, logistica, commerciale, brand awareness.

I miei oggetti nascono dalle parole

Alessandro Mendini

Lo sviluppo del modello

Il design richiede osservazione ed una buona dose di sensibilità, al fine di captare tendenze ed intercettare opportunità. A queste doti bisogna affiancare solide capacità tecniche per valutare la fattibilità del progetto.

La storia è ricca di spunti interessanti e quella italiana lo è ancora di più. Già nel 1300, a Venezia esisteva un occhiale da collo simile al Fassamano, utilizzato per leggere mappe e biglietti dalla grafia minuta. Nel Settecento si raggiunge l’apice della diffusione, addirittura più come gioiello da sfoggiare che come strumento correttivo di un difetto della vista.

Dagli esempi del passato alla rinascita della tradizione veneziana attraverso un modello unisex modernissimo, realizzato artigianalmente nel distretto dell’occhialeria veneta. I cerchi della montatura sono in acetato di Mazzucchelli 1849, lavorati a Computer Numerical Control e lucidati a mano; la parte in metallo è in alpacca tagliata al laser con trattamenti galvanici e vernice protettiva. Il tutto per un peso di 20 grammi, 9 varianti di colore e textures ed una correzione del difetto visivo da +1 a +3.5 diottrie.

La progettualità impalpabile

Il Fassamano è un oggetto di design indossabile, animato da una gestualità raffinata e sofisticata. Lo si appende al collo per averlo sempre a portata di mano e accostarlo velocemente al volto all’occorrenza. Una micro architettura per il viso, una cornice per lo sguardo, un accessorio utile e sfizioso per un look dandy o radical chic.

La forma è ciò che rende un oggetto desiderabile, distinguendolo in mezzo alla moltitudine. Nonostante il disegno della forma sia uno degli ultimi step del design process, è, di certo, uno dei più importati. L’essenza di un manufatto si manifesta attraverso l’esperienza sensoriale che questo riesce a stimolare.

Non c’è bellezza senza funzione

Achille Castiglioni

Raccolta dei feedback

Il banco di prova di ogni progetto, che si tratti di architettura o di design, è il primo contatto con il pubblico. Scoprire le impressioni delle persone e apprendere modalità di fruizione impreviste è davvero emozionante, rende l’idea compiuta. È allora che il progetto esiste davvero; ci si accorge di aver immaginato, coltivato e sviluppato con fatica, qualcosa che ormai non ci appartiene più… Una sensazione dolce e nostalgica allo stesso tempo.

Il 9 gennaio 2018 il Fassamano è stato presentato alla Galleria Botticelli di Firenze, in un evento emozionale nel palinsesto di Pitti Immagine. Le reazioni sono state positive; l’occhiale ha suscitato curiosità, simpatia e divertimento. Perfino la giornalista britannica e critica di moda Suzy Menkes ha postato una foto col Fassamano sul profilo Instagram!

Dopo Firenze, Milano. Il 25 febbraio 2018 al White Show e subito dopo, alla Design Week presso la Galleria Rossana Orlandi, dove il Fassamano è nuovamente messo in scena. Nel 2019 il design dell’occhiale è vincitore nella categoria Jewelry, Eyewear and Watch Design ai Golden A’ Design Award and Competition. Il pubblico estero resta affascinato e dalla Svezia alla Cina, passando per New York, il Fassamano inizia il suo percorso per diventare globale.

Uno dei grandi successi di questo progetto è la versatilità; viene interpretato come oggetto di design, tanto quanto come accessorio fashion. Anche la stampa ha reagito con interesse; sono stati pubblicati tantissimi articoli su importanti testate di moda, design, lifestyle ed economia.

Nuove prospettive

Il design process pone una sfida dietro l’altra e il successo del prodotto è solo una piccola parte del processo. Quello che conta è capitalizzare le esperienze recepite e aggiornare continuamene lo scenario di riferimento.

Non bisogna temere di mettersi in discussione, anzi, questo è l’unico modo per migliorare, invertare modelli nuovi e fornire risposte future: tutto è sempre in divenire purché si operi all’interno di una visione strategica consapevole.

Per identità, forma, funzione e target di riferimento, il Fassamano si dimostra un generatore di nuovi racconti. E siamo solo all’inizio…

Fassamano è sponsor di “Leggere Corrente”, mostra a Casa Boschi Di Stefano, leggi qui l’articolo

Foto di Carlo Bevilacqua. La gallery completa su www.cristianavannini.it

Foto Rossana Orlandi di Valentina Sommariva per Elle Decoration UK.

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