La casa ai tempi di COVID-19 rappresenta un piccolo grande mondo, tanto finito quanto inesplorato. Dall’oggi al domani ci siamo ritrovati tra quattro mura, affacciati alla finestra in attesa della liberazione. E chi non ha una vista troppo bella si accontenta di uno schermo, conservando lo stesso sentimento di riscatto.
La casa è il nostro angolo di mondo, il nostro primo universo.
Gaston Bachelard – La poetica dello spazio
La riscoperta dell’ambiente domestico
Come Vitangelo Moscarda nota improvvisamente l’imperfezione del proprio naso, allo stesso modo i luoghi domestici in cui viviamo ci mostrano una certa estraneità.
“Mi è capitato di apprezzare un angolo della casa mai praticato, quello tra il letto e la finestra perché dopo pranzo posso bere il caffé esponendomi alla luce diretta del sole. Non me ne ero mai accorto… Alcuni dettagli su cui ho posato lo sguardo mille volte ora mi sembrano diversi, a volte irrisolti e manifesti di una qualche forma di tensione.”
Qualcuno ha ereditato la propria casa, altri l’hanno scelta per passione o necessità: case ristrutturate, allestite, curate o casuali e riempite di oggetti accumulati nel corso del tempo. Le circostanze hanno generato un luogo “spontaneo” che ora si ritrova messo alla prova in maniera intensiva.
Prima del lockdown si andava sviluppando la tendenza, evidente nei grossi centri, di proiettare all’esterno dell’abitazione il maggior numero di funzioni, tanto da impoverire le dotazioni dell’alloggio. Ora che il lavoro, il riposo ed il tempo libero si svolgono nello stesso luogo, la qualità dello spazio domestico torna ad essere al centro del dibattito.
La casa ai tempi di COVID-19 è un contenitore necessario di tante emozioni.
La nostra nuova “interfaccia”
I nostri nonni avevano una saletta di rappresentanza, visibilmente più curata rispetto alle altre stanze, dedicata a ricevere gli ospiti. Inutilizzata per la maggior parte del tempo, suscitava grande curiosità e senso di mistero nei bambini a cui era proibito avvicinarsi, onde evitare di compromettere arredi e complementi di pregio. Un luogo sempre pulito e ordinato – pronto all’uso – che la famiglia utilizzava per veicolare la propria immagine alla comunità.
Nonostante viviamo in un mondo con un sistema di valori completamente diverso, alcune pratiche di smart working hanno riacceso un bisogno di formalità domestica. Le webcam inquadrano il professionista o l’operatore aziendale, il quale deve governare la percezione di chi lo osserva. Come gli abiti che indossa, la scenografia assume un significato simbolico, proprio come la stanza di rappresentanza dei nonni.
La casa ai tempi di COVID-19 è l’habitat dell’essere umano. Le vicende storiche, le innovazioni tecnologie, il gusto e la cultura hanno, da sempre, influenzato la forma, la struttura ed il carattere degli oggetti.
Ci troviamo di fronte all’ennesima grande rivoluzione?
Come creare la nuova mappa dei valori dell’abitare?
Ci piacerebbe avviare insieme uno scambio aperto ed informale, raccogliendo la vostra esperienza di vissuto domestico in queste settimane sospese.
Scriveteci sui social o via mail a redazione@designfanzine.com, ne resterà una traccia sul blog e risponderemo con un nostro pensiero.
Ritratto di copertina di Saverio Lombardi Vallauri.
No Comments